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bastaparole

scritture per cose che sentono, allucinazioni ed elaborazioni concettuali

che ci faccio qui? 4

Posted on 28/03/2011 - 28/03/2019 by rivye

domenica 26 9 2010

h 11,00

viale Jenner, via Guerzoni, parco Livigno, via Livigno, via Ciaia, piazza Dergano, via Tartini

Viale Jenner, domenica di sole. Città videosorvegliata, finestre murate.
Uno si accende una sigaretta, una prima foglia secca cade in terra. Mattina autunnale, cielo blu. Le macchine discorrono nella loro lingua, senza troppe pressioni. Continue reading “che ci faccio qui? 4” →

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che ci faccio qui? 3

Posted on 28/03/2011 - 28/03/2019 by rivye

ore 24:00 – via Alessi, via Angelo Castaldi, via Ronzoni, via Conca del Naviglio, via Marco D’Oggiono, via Cicco Simonetta

La Lina racconta le sue feste, le sue serate, le tuse piene di vita, la vita che riposa per le strade buie: gli zombie, i cani e le sciure.

Le superfici ruvide, rugose, corrugate delle cose, imbianco la mia superficie interna per esserne all’altezza. Continue reading “che ci faccio qui? 3” →

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che ci faccio qui? 2

Posted on 28/03/2011 - 28/03/2019 by rivye

7 settembre 2010 – 23:00

Piazza Stuparich, via Albani, via Vigliani, Piazzale Lotto, Viale Monte Rosa

Cani che portano in giro i loro padroni, un’edicola aperta, gran viavai in circonvallazione, senza aria, senza significato, arrogante, trascurata.

Quattro ragazzi di fianco alla chiesa che si fanno le storie.

Passa una 68, il pizzaiolo cinese mi guarda. Dove vai città senza nome?

Strada, parcheggio, afonia. Continue reading “che ci faccio qui? 2” →

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che ci faccio qui? 1

Posted on 28/03/2011 - 28/03/2019 by rivye

ore 23:00
Via della Moscova – Via Solferino – Largo Treves – Via Palermo

Luci, case ristrutturate di fresco, pulite, rigorose, provocatorie. Panettoni in fila indiana, ordinati come carabinieri. Poche macchine sfrecciano veloci, rumore. Qualche passante sospettoso passa schivo e fila via. All’incrocio due turisti giapponesi consultano una cartina, incredibile!

Due finestre aperte e buie, una camicia azzurra ben stirata fa mostra di sè dalla vetrina. La strada prosegue opaca, l’aria intorno si fa più rarefatta.

Profilo delle case bidimensionale.

Di qui non passa proprio nessuno, case di cartapesta, sorveglianza armata. Continue reading “che ci faccio qui? 1” →

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Addio alla rivoluzione – Tomas Ibanez

Posted on 22/03/2011 - 09/04/2019 by rivye

Qual è la relazione tra Anarchismo da una parte e Rivoluzione Sociale dall’altra? In effetti, il movimento anarchico reale ha troncato la questione da molto tempo ed, in un certo senso, si può dire che il dibattito «rivoluzione si o no» è un dibattito sfasato o, se preferite, un dibattito per dinosauri ideologici, tra i quali evidentemente mi metto.

Io sostengo che il concetto di rivoluzione è antitetico o incompatibile con il pensiero anarchico, per il fatto stesso che è portatore d’una serie di conseguenze o effetti che sono necessariamente liberticidi. Continue reading “Addio alla rivoluzione – Tomas Ibanez” →

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Desiderio – L’Abécédaire – Gilles Deleuze

Posted on 09/03/2011 - 09/04/2019 by rivye

Finora si è parlato di desiderio astrattamente perché si è isolato un oggetto che si suppone essere l’oggetto del desiderio, e allora si può dire ‘desidero una donna, desidero partire per un viaggio…’ E noi dicevamo (Deleuze e Guattari) una cosa semplice: non si desidera mai veramente qualcuno o qualcosa. Si desidera sempre un ‘insieme’. Continue reading “Desiderio – L’Abécédaire – Gilles Deleuze” →

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L’UNICO DESIDERIO COMPLETO E’ QUELLO DI BUDDHA – Shunryu Suzuki Roshi

Posted on 09/03/2011 - 09/04/2019 by rivye

Quando si studia il buddhismo si hanno tante idee egoistiche: “Io studio. Io devo capire di cosa si tratta”. Il motivo per il quale si ha un maestro è perché si apprenda la verità nella sua forma più pura, senza estendere la pratica egoistica o avere una comprensione egocentrica. Si pensa che non ci sia nulla di sbagliato nell’estendere il proprio desiderio. Questo è l’errore. Qualcosa accade; qualcosa è sbagliato. Ci deve essere qualcosa di sbagliato se si estende il proprio desiderio senza pensare, senza riflettere o senza osservare.Quando dico che occorre limitare il proprio desiderio, voglio dire che non bisogna estenderlo nel suo senso limitato. Per esempio: “questo è il mio desiderio” – In tal modo si è già limitata la natura del desiderio. Senza limitazioni vuol dire avere una più vasta comprensione del desiderio che si può estendere all’infinito. L’unico desiderio che è completo è il desiderio di Buddha. Occorre comprendere ciò. Il desiderio perfetto appartiene unicamente a Buddha – il perfetto, che include tutto. Qualunque cosa egli faccia è corretta, perché è un essere completo. Per lui non ci sono amici o nemici. Ciò che esiste è Buddha stesso.

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Fuochi blu – J. Hillman

Posted on 09/03/2011 - 09/04/2019 by rivye

La psicologia alchemica condensa in modo ammirevole i due tratti del cuore leonino (la conformità del suo pensiero e la sua oggettivazione) in quella sostanza alchemica, il Sulphur, lo zolfo, che è il principio di «combustibilità», la magna fiamma.«Dove si può trovare questo sulphur?» – domanda Sendivogius, benedettino inglese del quattordicesimo secolo – «In tutte le sostanze, in tutte le cose del mondo: metalli, erbe, alberi, animali, pietre sono il suo giacimento».

Tutto ciò che d’improvviso si illumina, attira la nostra gioia, si accende di bellezza, ciascun roveto è un dio che arde: questo è lo zolfo alchemico, la faccia infiammabile del mondo, il suo flogisto, la sua aureola di desiderio, enthymesis diffusa. Quella succulenza verso cui tendiamo come consumatori è l’immagine attiva che è in ogni cosa, l’immaginazione attiva dell’anima mundi, che infiamma il cuore e lo provoca a uscire.

Il momento della conflagrazione è anche, contemporaneamente, quello della coagulazione: zolfo è ciò che aderisce, la mucillagine, la «gomma», ciò che congiunge, l’appiccicosità dell’attaccamento. Lo zolfo letteralizza il desiderio del cuore nell’istante stesso in cui il thymos fa ardere di entusiasmo. Conflagrazione e coagulazione avvengono insieme. Desiderio e oggetto del desiderio diventano indistinguibili.

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La condizione interdipendente – Lin Chi

Posted on 09/03/2011 - 09/04/2019 by rivye

C’è la ‘condizione interdipendente’ chiamata illuminazione, c’è la ‘condizione interdipendente’ del nirvana, c’è la ‘condizione interdipendente’ della liberazione, c’è la ‘condizione interdipendente’ del triplice corpo, c’è la ‘condizione interdipendente’ dell’ambiente oggettivo e della mente soggettiva, c’è la ‘condizione interdipendente’ del bodhisattva, c’è la ‘condizione interdipendente’ della buddhità. Vivete nel mondo del cambiamento interdipendente, cos’è che andate cercando?

Lin Chi lu – Rinzai roku – Raccolta di Lin Chi



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Per quanto tu ragioni, c’è sempre un topo – Giorgio Caproni

Posted on 29/10/2010 - 09/04/2019 by rivye

Per quanto tu ragioni, c’è sempre un topo – un fiore – a scombinare la logica. Direi che tutto nel tuo ragionamento è perfetto, se non avessi davanti questo prato di trifoglio. E sarei anche d’accordo con te, se nella mente non mi bruciasse (se non mi bruciasse la mente – con dolcezza) quest’odore di tannino che viene dalla segheria sotto la pioggia: quest’odore di tronchi sbucciati (d’alba e d’alburno), e non ci fosse il fresco delle foglie bagnate come tanti lunghi occhi, e il persistente (ma sempre più sbiadito) blu della notte.

Giorgio Caproni da Il franco cacciatore

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