Quando un cultore di rêverie è riuscito a sfuggire a tutte le preoccupazioni che affannano la vita, quando si è allontanato dal pensiero che gli deriva dal pensiero degli altri ed è così veramente l’autore della sua solitudine, quando infine può contemplare senza contare le ore la bellezza dell’universo, egli sente allora che un essere comincia a germogliare dentro a sé. A un tratto diviene sognatore del mondo. Egli si apre al mondo e il mondo si apre a lui.
Non si è mai visto davvero il mondo se non lo si è sognato. In una fantasticheria solitaria che accresce la solitudine del sognatore, due profondità si incontrano e risuonano come un’eco, dagli abissi dell’essere del mondo sino alla profondità dell’essere dell’uomo che sogna. Il tempo si ferma. Senza più ieri né domani, inghiottito dalla duplice profondità del sognatore e del mondo. Allora il mondo appare così maestoso che non vi accade più nulla: riposa nella sua tranquillità.
Gaston Bachelard