ore 24:00 – via Alessi, via Angelo Castaldi, via Ronzoni, via Conca del Naviglio, via Marco D’Oggiono, via Cicco Simonetta
La Lina racconta le sue feste, le sue serate, le tuse piene di vita, la vita che riposa per le strade buie: gli zombie, i cani e le sciure.
Le superfici ruvide, rugose, corrugate delle cose, imbianco la mia superficie interna per esserne all’altezza.
Nascosto tra alberi nascosti, in ombra tra alberi in ombra, una bottiglia vuota, sdraiata sul marciapiede. Il giardinetto dei bambini, il recinto per i cani. Dormi, dormi, dormi.
Il vento passa tra i rami, un cancello che sbatte. Il rumore del traffico è lontano, la luce del giorno è lontana con le corse e le grida dei bambini: quattro risate, cinque panchine.
L’insegna al neon esercita il suo richiamo, staccionata, una coppia passa sul marciapiede: una botta di calore, un po’ di rossore.
E’ tutto così invitante: il silenzio, una sorpresa, una bicicletta contromano. Pare tutto dolce, pare tutto da mangiare a piccoli morsi. La città svanisce pezzo a pezzo. Un uomo rincasa frettoloso e scompare nella luce del portone. Molte vite s’incrociano sul rettilineo, anche adesso che tutto è spento. Le passioni non vanno a dormire. Riempiono ogni centimetro di questo cielo stretto, cielo pesante, cielo di pietra e intonaco, screpolato, da accarezzare, da stringere, da baciare.
I pesci rossi di dieci chili nuotano felici.
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