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E se dovesse di nuovo giungere il giorno
in cui la bandiera nera sia nuovamente lo spirito della nazione
allora mia moglie la porterà a casa amorevolmente
e la taglierà per farne pantaloni e camicie.
Categoria: trasparenze
citazioni, eccitazioni
Tramontata è la luna – Saffo
Tramontata è la luna
e le Pleiadi a mezzo della notte;
anche giovinezza già dilegua,
e ora nel mio letto resto sola.
Scuote l’anima mia Eros,
come vento sul monte
che irrompe entro le querce;
e scioglie le membra e le agita,
dolce amara indomabile belva.
Ma a me non ape, non miele;
e soffro e desidero.
Saffo
Canto mattutino – Anonimo
Canto mattutino
Dorati uccelli dall’acuta voce, liberi
per il bosco solitario in cima ai rami di pino
confusamente si lamentano; e chi comincia,
chi indugia, chi lancia il suo richiamo verso i monti:
e l’eco che non tace, amica dei deserti,
lo ripete dal fondo delle valli.
Anonimo
Con una canna telescopica sul torrente Cowiche – Raymond Carver
Qui la mia sicurezza sparisce. Perdo
ogni senso di orientamento. Dama Grigia
su acque mosse. I miei pensieri
si agitano come le pernici dal collare
nella radura sull’altra sponda.
D’un tratto, come a un segnale, gli uccelli
tornano in volo silenzioso in mezzo ai pini.
Raymond Carver
Lascio la luce bellissima del sole – Praxilla
Lascio la luce bellissima del sole
e le stelle splendenti e il sembiante della luna,
e i cocomeri maturi e le mele e le pere.
Praxilla
LETTERA Al RETTORI DELLE UNIVERSITA EUROPEE – Antonin Artaud
LETTERA Al RETTORI DELLE UNIVERSITA EUROPEE
I bambini sanno qualcosa fino al giorno in cui li si manda a scuola.
A partire dal giorno in cui sono affidati alle mani di un professore,dimenticano.
Le scuole sono un fascismo della coscienza, questa vecchia dittatura fossilizzata sulla puttana dell’innato pedagogo.
Il bambino di sei anni che per la prima volta entra in una scuola avrebbe molto da insegnare al suo presunto maestro, se solo questi avesse la saggezza e l’onestà di credere che c’è qualcosa [da] imparare dalla coscienza di un nuovo nato.
Ma qual è il maestro che avrà lo spirito di riporre la chiave sulla porta mettendosi lui stesso a scuola delle future natalità?
La disgrazia, signori rettori delle Università Europee, è che non ci sarà più alcuna nascita, perché a forza di tirare la corda …
E non è alla scuola delle nascite che vorrei mettervi, io, magnifici rettori, poiché per la scienza imbecille che rappresentate non è più tempo di nascere, è tempo di morire.
Artaud
È ridicolo – Rainer Maria Rilke
È ridicolo. Sto qui nella mia piccola camera, io, Brigge, che sono arrivato a ventotto anni e che nessuno conosce. Sto qui e sono nulla. E tuttavia questo nulla comincia a pensare e pensa, cinque piani in alto, in un grigio pomeriggio parigino questi pensieri:
È possibile, pensa, che nulla di reale e d’importante sia ancora stato visto, conosciuto e detto? È possibile che si siano avuti millenni di tempo per guardare, riflettere e annotare, e che si siano lasciati passare i millenni come un intervallo di ricreazione in cui si mangia il pane e burro e una mela? Continue reading “È ridicolo – Rainer Maria Rilke”
De l’amore – Giordano Bruno
Amor, per cui tant’alto il ver discerno,
Ch’apre le porte di diamante e nere
Per gli occhi entra il mio nume; e per vedere
Nasce, vive, si nutre, ha regno eterno.
Fa scorger quant’ha il ciel terr’ed inferno,
Fa presente d’absenti effigie vere,
Repiglia forze, e, trando dritto, fere,
E impiaga sempre il cor, scuopre ogn’interno.
O dunque, volgo vile, al vero attendi,
Porgi l’orecchio al mio dir non fallace,
Apri, apri, se puoi, gli occhi, insano e bieco.
Fanciullo il credi, perché poco intendi;
Perché ratto ti cangi, ei par fugace;
Per esser orbo tu, lo chiami cieco.
Causa, principio ed uno sempiterno,
Onde l’esser, la vita, il moto pende,
E a lungo, a largo e profondo si stende
Quanto si dic’in ciel, terr’ed inferno;
Con senso, con raggion, con mente scerno
Ch’atto, misura e conto non comprende
Quel vigor, mole e numero, che tende
Oltr’ogn’inferior, mezzo e superno.
Cieco error, tempo avaro, ria fortuna,
Sord’invidia, vil rabbia, iniquo zelo,
Crudo cor, empio ingegno, strano ardire
Non bastaranno a farmi l’aria bruna,
Non mi porrann’avanti gli occhi il velo,
Non faran mai che il mio bel sol non mire
Giordano Bruno
Credo che dovrei cominciare a lavorare un poco – Rainer Maria Rilke
Credo che dovrei cominciare a lavorare un poco, ora che imparo a vedere. Ho ventotto anni, ed è come se nulla fosse stato. Ricapitoliamo: ho scritto uno studio sul Carpaccio, brutto, un dramma che si intitola «Matrimonio» e vuole dimostrare con mezzi ambigui una tesi falsa, e dei versi. Oh, ma con i versi si fa ben poco, quando li si scrive troppo presto. Bisognerebbe aspettare e raccogliere senso e dolcezza per tutta una vita e meglio una lunga vita, e poi, proprio alla fine, forse si riuscirebbe poi a scrivere dieci righe che fossero buone. Poiché i versi non sono, come crede la gente, sentimenti (che si hanno già presto), sono esperienze. Continue reading “Credo che dovrei cominciare a lavorare un poco – Rainer Maria Rilke”
E così, qui dunque viene la gente per vivere – Rainer Maria Rilke
E così, qui dunque viene la gente per vivere; crederei piuttosto che si muoia, qui. Sono uscito. Ho visto: ospedali. Ho visto un uomo che barcollava e cadeva. La gente gli si è raccolta intorno, mi è stato risparmiato il resto. Ho visto una donna gravida. Si spostava faticosamente lungo un muro alto e caldo, e lo tastava ogni tanto, come per accertarsi che ci fosse ancora. Sì, c’era ancora. Dietro? Cercai sulla carta: Maison d’accouchement. Bene. La sgraveranno – lo si può fare. Più avanti, rue Saint-Jacques, un grande edificio a cupola. La carta dice: Val-de-grâce, Hôpital militaire. Non avevo davvero bisogno di saperlo, ma non importa. La strada da tutte le parti cominciava a puzzare. Puzzava, per quanto potevo distinguere, di iodoformio, di unto di pommes frites, di angoscia. D’estate tutte le città puzzano. Poi ho visto una casa stranamente cieca, sulla carta non c’era, ma sopra la porta si riusciva ancora a leggere: Asyle de nuit. Di fianco all’ingresso, i prezzi. Li ho letti. Non era caro.
E poi? Continue reading “E così, qui dunque viene la gente per vivere – Rainer Maria Rilke”