Collaborazione, partecipazione, open access, sharing economy, commons, non sono cose interessanti perché più giuste di per sé, non sono auspicabili perché sono cose buone o perché noi siamo buoni, o più buoni di altri. Non ci vediamo niente di particolarmente esaltante o positivo ma ragionarci sopra ci serve per comprendere meglio cosa sta succedendo e quali siano i bisogni, i desideri e le aspettative delle persone che fanno innovazione. Per altro verso è la prospettiva storica che ci interessa; il mondo dei prosumer, per esempio, non è il futuro che ci auguriamo, semmai è il nostro presente e futuro prossimo che sembrano avere queste forme, quindi ce ne interroghiamo, cerchiamo di capire come funzionano certi dispositivi tecnici e semantici, per prepararci a quello che viene. Continue reading “oltre il confine dell’innovazione”
Autore: rivye
parole sciupate, significati contesi
Senti pronunciare una parola e subito rimani preso dall’esperienza sensoria del suono dato dalle lettere che la compongono, dal modo di pronunciarla del tuo interlocutore, con un suo timbro, un suo accento.
Oppure la leggi e immediatamente dall’insieme di segni dato, dalle linee che formano le lettere, operi l’astrazione base della nostra civiltà alfabetica e ne ricavi un significato standard, un quanto di informazione.
Questo effetto dura un momento e subito lascia spazio e contribuisce a generare un’assegnazione di significato e di rimandi che entrano in relazione con il resto delle parole che le si sono disposte intorno, contribuendo a mettere in moto una girandola di nozioni e cognizioni che fanno parte di te e della tua formazione e che si proiettano e si riflettono nel contesto che fa da sfondo alla parola. Continue reading “parole sciupate, significati contesi”
l’irragionevole speranza
Le belle speranze, colme di giovanilismo e illusione, non fanno per noi. Non vogliamo saperne e non sappiamo che farcene. La speranza è uno dei concetti meno amati della nostra contemporaneità secolarizzata ma sempre buono quando si tratta di lanciare proclami, campagne elettorali e programmi per la creazione di consenso. Di marca paolina, insieme a fede e carità, è una delle virtù teologali che la nostra cultura ha ereditato dopo due millenni di cristianesimo e di cui vorrebbe liberarsi. La cifra del nostro tempo sembra essere sempre di più un amalgama di cinismo, risentimento, invidia e sarcasmo e, non appena qualcuno pronuncia il suo nome, subito una smorfia di scherno e di commiserazione si dipinge inevitabilmente sul volto dell’interlocutore . Come stupirsene? Invisa a Nietzsche e ai suoi glossatori, ha intrattenuto nel corso del Novecento un rapporto per nulla scontato con intellettuali e pensatori di ispirazione esistenzialista e marxiana, per scomparire poi, all’ombra della ragione postmoderna. Continue reading “l’irragionevole speranza”
corpo e azione
Il nostro corpo è sempre un campo aperto; esposto, è la convergenza del nostro incontro col mondo, soglia di una relazione creatrice dell’ambiente e del vivente a un tempo. Luogo della percezione e del movimento, spazio dell’esperienza, è contemporaneamente un campo di battaglia dove si scontrano differenti forze per estendere i loro domini, è una proprietà che non possiamo mai rivendicare fino in fondo ma con cui agiamo da sempre. Continue reading “corpo e azione”
come sarà la ladyfest
Vi propongo di impostare l’intervista iniziando da alcune domande sull’iniziativa che state organizzando per poi calarci progressivamente nelle questioni che solleveremo via via. Partiamo quindi dall’abbiccì, cosa si intende per Ladyfest? Da che tipo di esperienze prende avvio?
Sono festival femministi dedicati all’arte, l’attivismo e la cultura indipendente, organizzati in modo autonomo e fuori da logiche commerciali. Danno spazio alle autoproduzioni e alla creatività e sono espressione della cultura del “do it yourself” (DIY) e di quel tipo di femminismo che, per intenderci, si chiama “della terza ondata”. Un femminismo, cioè, particolarmente aperto alla contaminazione con altri movimenti (il movimento queer, il movimento punk, antirazzista, anticoloniale, ambientalista, hacker eccetera).
La ladyfest è un contenitore, uno spazio che apre delle possibilità e che offre dei palcoscenici e delle esperienze. Continue reading “come sarà la ladyfest”
il tacco del duka
Mi è capitato di incontrare il Duka diverse volte in passato, quando cercavo di lavorare in editoria. In un paio di occasioni abbiamo fatto il banchetto di libri insieme a qualche fiera del libro ma non credo si ricordi e poi non importa. Uno dei protagonisti di un suo precedente romanzo Rumble bee, scritto con Marco Philopat, racconta bene, tra le altre cose, la vita dei “banchettari” dell’editoria: quelli che stanno in prima linea ai saloni del libro, alle fiere della piccola editoria, della micro editoria, dell’editoria indipendente, dell’editoria di movimento, dell’editoria del libri fatti a mano e di quella dei libri fatti male. Continue reading “il tacco del duka”
Piccola nota su comunicazione, informazione
Secondo dopo secondo, durante la nostra vita digitale, non facciamo altro che produrre dati e metadati. Siamo noi stessi a fornire e creare tutte queste informazioni ognivolta che mettiamo mano allo schermo nero del nostro device preferito, sia esso un tablet, uno smartphone o un normale pc. Le nostre azioni sono animate da desideri comuni: fotografare qualcosa che ci piace, salutare un amico, condividere con qualcun’altro un link, un file, qualcosa che ci ha colpito, divertito, scioccato. Per farlo tracciamo connessioni, e ogni connessione è un’informazione che parla di noi. Continue reading “Piccola nota su comunicazione, informazione”
post-anarchismo
Che tempi sono questi? Sono i tempi delle proteste in Turchia, in Bulgaria e in Brasile, i tempi di Anonymous, del movimento No Tav e dalle lotte in difesa dei beni comuni. Forse gli anarchici non sono più meno dell’uno per cento, come cantava Léo Ferré, ma certamente coloro che si interrogano criticamente sui presupposti teorici e sui fondamenti delle pratiche anarchiche non sono molto numerosi. Continue reading “post-anarchismo”
tavoli | giulio giorello
Ogni cosa è a portata di mano. La penna, gli occhiali, i fogli sparsi, i molti libri. Si possono intuire i gesti che nel tempo hanno riempito la scrivania del professore, i movimenti che giorno dopo giorno hanno dato vita a una stratificazione di oggetti che sono studi, di interessi che sono lavoro, di letture che sono passioni. Un disordine sovrano. Continue reading “tavoli | giulio giorello”
Dedica – Ricerca della base e della vetta – René Char
Povertà e privilegio è dedicato a tutti i disillusi silenziosi che, malgrado le sconfitte, non sono diventati inattivi. Loro sono il ponte. Saldi di fronte alla muta dei bari, sopra il vuoto e vicini alla terra che è di tutti, scorgono l’ultimo raggio e segnalano il primo. Qualcosa che regnò, si piegò, sparì, dovrebbe, riapparendo, servire la vita: la nostra vita di mietiture e deserti, e quel che meglio l’illustra nel suo avere illimitato.
Non si può impazzire in un’epoca forsennata, ma si può esser bruciati vivi da un fuoco di cui si è l’eguale.
1954
René Char – Ricerca della base e della vetta