Incarnazioni del caos agiscono come spie, sabotatori, criminali dell’amour fou, né egoisti, né altruisti, accessibili come bambini, educati come barbari, bruciati da ossessioni, disoccupati, sensualmente deragliati, lupiangeli, specchi per contemplazione, occhi come fiori, pirati di tutti i segni e significati. […]
L’ultimo atto possibile è quello che definisce la percezione stessa, un invisibile cavo dorato che ci connette: balli illegali nei corridoi del tribunale. Se ti baciassi qui lo chiamerebbero un atto di terrorismo – perciò portiamoci le pistole a letto e svegliamo la città a mezzanotte come banditi ubriachi, celebrando con una raffica il messaggio del sapore del caos.
Hakim Bey